mercoledì 1 novembre 2017

Intervista a Elle Eloise - "Apri Gli Occhi Ed Inizia Ad Amare"

Buongiorno miei cari lettori, come state? Come sta andando il lavoro o la scuola? Sto postando relativamente poco a causa della scuola, perché essendo in quinta le cose si complicano e (tra l'altro) questo è il mese del mio diciottesimo compleanno!!

Bando alle ciance, oggi ho il grande onore di riportarvi l'intervista che ho fatto a Elle Eloise, autrice del libro "Apri Gli Occhi Ed Inizia Ad Amare" (clicca QUI per vedere la mia recensione). 
Volevo ringraziare di cuore l'autrice per le bellissime risposte e per il tempo che mi ha dedicato.

1- Prima di entrare nel vivo dell’intervista vorremmo sapere qualcosa di più su di te. Che aggettivo useresti per descriverti? Perché?
Intensa – prendo tutto dannamente sul serio, ogni sentimento nella mia testa e nel mio cuore diventa amplificato, l’amore, l’odio, la rabbia, la felicità, la tristezza, ecc… Credo si noti anche nelle mie storie.

2- Raccontaci il tuo rapporto con la scrittura e com'è cambiato nel tempo. Cosa significa scrivere oggi, e cosa significava agli inizi? Cos'è rimasto, cos'hai perduto, e cos'hai guadagnato?
Scrivere prima era per me un divertimento, una fuga dalla realtà. All’inizio erano solo racconti che tenevo per me. Poi, in seguito a un fatto drammatico nella mia vita, ho ricominciato a scrivere con tutt’altro spirito. È diventato una necessità, una forza che cresceva e mi faceva sentire di nuovo viva dopo un periodo di torpore. Ora non potrei vivere senza scrivere. È rimasta la fantasia e la voglia di far vivere i miei personaggi a 360°, ho perduto l’innocenza, quelle storie che ti facevano solo stare bene, ti facevano sorridere. Ho guadagnato un sogno che sta diventando realtà. 

3- Qual è il tuo pubblico ideale? A che lettore pensi quando scrivi?
Principalmente sono donne, lettrici che hanno voglia di impegnarsi nella lettura e non cercano un puro svago. Qualcuno che abbia la sensibilità e l’empatia necessaria per capire e comprendere i miei personaggi, che sono quasi persone reali, a volte sbagliano e si comportano male: sono le motivazioni che accendono la fiamma di una storia, sono le motivazioni che rendono un personaggio realistico.


4- I personaggi del primo volume della serie “How To Disappear Completely” come li hai scelti? È stato difficile creare una personalità diversa per tutti loro?
Avevo letto in un libro che la scrittura è “uno svelamento”, il velo si solleva poco a poco, pagina dopo pagina, non solo per chi legge ma anche per chi scrive. Ho provato tante volte a prefissarmi uno schema da seguire, dalla A alla Z. Alla lettera B avevo già preso altre direzioni. Perciò scrivo di getto, velocemente, scavando nelle motivazioni dei personaggi, li vedo nella mia testa, non solo l’aspetto, vedo come si muovono nello spazio, come interagiscono con le altre persone, sento la loro voce che mi parla. Li immagino in ogni dettaglio e man mano diventano reali, escono dalla carta. Non mi è difficile creare personalità diverse per ognuno, cerco di carpire il più possibile dalla quotidianità, dai piccoli gesti delle persone che mi circondano nella vita vera. Analizzo ogni cosa, partendo da cose semplici e da situazioni semplici, e rendendole man mano più complesse. A metà libro i personaggi hanno compiuto la magia, e li sento miei, veri, vibranti. La seconda metà dei romanzi mi viene facile a quel punto, quasi naturale.

5- C'è un collegamento particolare tra te e Sara o è solo frutto della tua immaginazione?
C’è qualcosa di me in Sara, come in tutti i miei personaggi femminili. Di mio Sara ha l’insicurezza, la timidezza, la negatività di alcuni momenti. 

6- Come ti relazioni con i tuoi personaggi maschili? Isaak è stato un protagonista facile da modellare? 
Isaak è il ragazzo che io avrei voluto conoscere a quell’età, mi è venuto facile immaginarlo e crearlo. Gli facevo dire le battute che avrei voluto sentire io, lo facevo muovere e agire nello spazio come se fosse sicuro di sé, quando invece dentro era scavato da mille insicurezze pregresse. Ma è uno che ha lottato per stare a galla, per tornare a vivere piano piano. Un’ottima guida per Sara, che invece deve ancora compiere quel percorso. Mi è venuto abbastanza naturale affiancare un personaggio così solare e una ragazza ombrosa come Sara. 

7- Finito di scrivere “Apri Gli Occhi Ed Inizia Ad Amare” come ti sei sentita?
Nessuno mi ha mai posto questa domanda, non me la sono mai posta nemmeno io. ߘʠScavando nella memoria, mi sono sentita orgogliosa di me. Poi però mi sono chiesta “e adesso?” E mi sono sentita persa. Avevo ancora moltissime cose da dire sui personaggi secondari della serie. Non volevo lasciarli andare così, Paolo aveva bisogno di un lieto fine. Così ho provato a guardare l’incidente da fuori, ho fatto una ricerca sulle testimonianze di “sopravvissuti”, mi sono immedesimata in lui, in Ozzy, in Sofi, mentre guardavano l’auto bruciare senza poter fare nulla. Cosa ha provato Paolo di fronte a una tale situazione? Con l’amicizia che lo legava a Sara, l’affetto che provava per Monica? Com’è è riuscito ad andare avanti? Continuavo a pormi domande su di lui e così ho cominciato subito Tu che colori la mia ombra.

8- Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Perché è capace di donare emozioni con una storia apparentemente semplice, ma in fondo universale. L’incidente di cui parlo è una metafora. Tutti noi, nella nostra vita abbiamo avuto un incidente, una battuta d’arresto. Una spaccatura che ha spezzato la nostra vita in un prima e un dopo. Tutti dobbiamo fare i conti con un prima e un dopo. Non dico che questo romanzo ti insegni a farlo, però sono convinta che possa in qualche modo smuovere qualcosa dentro di noi. Magari facendo emergere altre domande, un punto di vista diverso sulle cose. È l’obiettivo dell’intera serie, la filosofia che sottintende la sua struttura “a spin off”.

9- Come sei entrata in contatto con i due temi principali, il suicido e il trauma da incidente, del libro “Apri Gli Occhi Ed Inizia Ad Amare”?
Con il suicidio ho avuto poco a che fare, le uniche documentazioni a cui mi sono affidata le ho trovate in alcuni articoli su internet. Poi mi sono documentata attraverso delle interviste. Invece la storia dell’incidente è una intersezione tra due fatti di cronaca realmente accaduti, Uno è capitato a una mia amica di infanzia che a diciott’anni ha perso la vita con i suoi amici in un incidente, l’altro a un fatto di cronaca successo a Torino anni fa e da cui ho preso la dinamica dell’incidente e l’incendio.

10- Hai riscontrato problemi nel pubblicare questo libro?
Ho pubblicato prima da self publisher: si intitolava Vite di passaggio e il secondo era Vite in sospeso. Non fu un gran successo, anzi fu un vero flop! Poi Malia Delrai ha letto il primo e mi ha confidato che stava aprendo una Casa Editrice e voleva pubblicare la serie. Così ho tolto tutto dal commercio e, nel novembre 2016, è uscito Apri gli occhi e comincia ad amare edito da Delrai Edizioni. La miglior decisione che potessi prendere, non tornerei mai indietro. ߘ

11- Se dovessi scegliere chi salvare tra Paolo ed Isaak, chi salveresti? Perché?
Non potrei mai rispondere a questa domanda, è come scegliere tra i propri figli!! ☹ Sceglierei Paolo per il suo altruismo camuffato da egoismo e il senso di protezione che nutre verso le donne. E sceglierei Isaak per la sua empatia e la sua dolcezza. Diplomatica! 


12- Che messaggio vuoi dare ai tuoi lettori attraverso le tue parole?
Che, nonostante i calci in faccia che a volte ci arrivano dalla vita, abbiamo sempre qualcosa per cui lottare e riemergere dalla melma.

13- Se le tue protagoniste si incontrassero in un bar che cosa direbbero di te?
Che sono una brutta persona per tutte le sofferenze che faccio passare loro. Ma poi mi perdonerebbero subito nel pensare ai fidanzati che ho creato per loro.

14- Hai già collaborato con altri blogger per far conoscere il tuo libro?
Tantissimi. I blog mi stanno dando moltissimo aiuto, mi contattato e mi promuovono come meglio possono. Non potrò mai ringraziarli abbastanza.

15- Con quali altri autori sei amica e come ti hanno aiutato a diventare una scrittrice migliore?
Malia Delrai è stata e continua ad essere la mia mentore numero uno, mi ha insegnato tutto quello che c’è da sapere su questo mondo. Io non sapevo nulla all’inizio, non avevo idea di come muovermi. Lei mi ha aiutata sia come self che, in seguito, con la Casa Editrice. Poi ho stretto un legame fortissimo con Paola Garbarino, autrice di romance anche lei. La stimo come scrittrice e come amica. È stata la prima autrice self con cui ho consolidato un rapporto appena ho scoperto questo mondo su facebook. Da allora non ci siamo mai mollate.

16- Quanti libri inediti o semi conclusi hai?
Dunque… ho tre novelle quasi pronte che usciranno in versione digitale nel corso del 2018.. Ho il primo romanzo di una serie distopica fatto e finito, il secondo in lavorazione, il terzo iniziato. Tutto da risistemare! Poi ho un paranormal romance a metà, ma credo che sarà il primo che riprenderò dopo l’uscita del quarto libro di How to disappear completely: mi piace molto e non vedo l’ora di ributtarmici. Ho una novella in lavorazione nella testa e un altro romance che mi sta prendendo molti sogni e che a breve comincerò a buttar giù. 

17- Qual è stato il primo libro che ti ha fatta piangere? Perché?
Harry Potter e la pietra filosofale, la scena di Harry che vede allo specchio i suoi genitori. Come si fa a non piangere?

18- Se dovessi fare qualcosa di diverso come bambina o adolescente per diventare una scrittrice migliore come adulta, cosa faresti?
Leggerei di più, molto di più. Bisogna azzeccare il proprio genere per apprezzare la lettura, io l’ho scoperto relativamente tardi. E non perderei tutti i miei racconti scritti su carta o salvati in digitale su floppy disc (ebbene sì).

19- Che consiglio ti senti di dare ai giovani ragazzi di oggi?
Leggete, tantissimo. Divorate libri, e se un romanzo non segue la narrazione che avreste voluto, provate a riscriverlo voi. Chissà che non siate un po’ scrittori anche voi? Io ho cominciato così.


20- E per finire, un gioco: se dovessi partire per un viaggio e potessi portare con te un solo libro, quale sarebbe? Perché?
Il kindle, con oltre mille libri dentro. Perché limitarsi?

L'intervista è finita, vi ringrazio per l'attenzione.
Con affetto,
Martina
novembre 01, 2017 / by / 0 Comments

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